martedì 7 ottobre 2014

Lost in Austen - una voce fuori dal coro -

Sono nel mio tipico periodo di astinenza da Orgoglio e Pregiudizio, in cui rileggo il libro e guardo tutti i film e le serie prodotte senza che riesca mai a saziarmi.
Ho ripreso in mano, dopo un altro tentativo non finito troppo bene l'anno scorso, la mini serie Lost in Austen, incoraggiata da alcuni pareri entusiasti: devo dire che seppur sia gradevole non l'ho trovata all'altezza delle aspettative, anche perché per me gli autori e regista hanno peccato di un errore grossolano.
Vi avviso che ci saranno spoiler, quindi se non l'avete vista e volete tenervi la sorpresa non leggete oltre.

I personaggi sono molto azzeccati, le dinamiche sono chiaramente costruite con attenzione e rispetto verso il soggetto che è un'appassionata di Jane Austen che si ritrova catapultata nel mondo di Orgoglio e Pregiudizio: vediamo fatti paralleli al libro ma con un occhio nuovo, prima su tutti la stessa Mrs Bennet viene pulita dall'occhio della figlia e, pur mantenendo quei forti tratti del suo carattere che conosciamo bene, scorgiamo una nuova profondità nel rapporto con le figlie.
Darcy ottimo, Bingley con uno spessore che risalta sia la sua scarsa spina dorsale sia l'amore per Jane, insomma, un buon prodotto, abbastanza attento ai personaggi del libro.
Di grazia, allora, che errore è stato fatto?
Per quanto non contesti eccessivamente la scelta del finale in sé per sé, anche se la coppia per me sono solo Lizzie e Darcy, ho trovato alcune scene tra lui e Amanda belle e costruite bene, e in fondo mi hanno strappato più di un sospiro.
Insomma, quella scena in cui Darcy sta per baciarla a Rosings, l'epica scena in lei cui lo fa immergere nel laghetto, il "Non dimenticherò un singolo sussulto del cuore". La scena del laghetto. Il bacio d'addio mentre lui dorme, la scena del laghetto...



A parte gli scherzi la scena del laghetto è perfetta, perché rende alla perfezione la richiesta che tutte faremmo a Darcy in una situazione simile in un mix equilibrato di ironia e romanticismo.



E ora veniamo al però:
nella serie tv vediamo uno dei personaggi più viscidi di tutti i tempi, aka Wickham, che nonostante è sempre un opportunista falso e arrampicatore sociale, venir rivalutato.
Non solo, il feeling con Amanda cresce ogni scena in cui i due compaiono insieme










Tra di loro c'è un'affinità meno ovvia e scontata di quella tra Amanda e Darcy, lui non è imbellettato dalla patina dell'eroe che Amanda ha cercato tutta la vita e si rivela meglio di quanto ha sempre creduto, pur con tutti i suoi difetti. Inoltre lui è il primo e per molti versi l'unico che la conosce davvero. C'è chimica, una chimica che mi ha davvero portato a credere che quei due sarebbero finiti insieme: Darcy rappresentava il primo amore di Amanda, quello puro e perfetto, Wickham invece sarebbe stato uno più solido e scoppiettante. E poi, quando

"Wickham, siete un bastardo... ma siete il bastardo giusto al momento giusto"


Tutto è perfetto.

E invece no, se ne sono un po' fregati, secondo me, che la storia li avesse portati a far nascere un grande potenziale in questa coppia e hanno insistito con l'idea iniziale e ovvero che fosse Darcy l'unico futuro di Amanda.
È una mia opinione, ma qui non c'entra il colpo di scena: se una coppia ha più chimica di un'altra e tu la combatti sei uno stupido, e lo dico da autrice. Peccato, perché a sia se Lizzie sarebbe tornata nell'epoca moderna o sarebbe rimasta con Darcy, e soprattutto a prescindere da dove sarebbero andati Amanda e Wickham, insieme loro due avrebbero fatto scintille. Quindi alla fine della fiera, boccio questa serie tv proprio per la testardaggine di non aver ascoltato i propri personaggi che chiaramente erano destinati ad altro.



E con tutto questo sbrodolamento su Amanda e Wickham...

Ovviamente, per il mio cuore, Darcy è l'unico.










giovedì 27 marzo 2014

Logico #1



I suoi arrangiamenti sono il tocco di classe, una spanna sopra.
E già che ci sono buon compleanno Cesare! 

giovedì 20 marzo 2014

Allegiant - Spoiler -

Se dovete ancora leggere Allegiant, il terzo libro di Veronica Roth, non proseguite con la lettura di questo post.

Disclaimer: queste sono le mie opinioni a caldo, molto a caldo.
Il libro l'ho letto in poche ore, probabilmente dopo una seconda rilettura la mia opinione su alcune cose potrebbe cambiare. Ma non su tutte.

-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Iniziamo dal gradimento: Allegiant è il libro con meno azione della triologia, e questa da un lato è una pecca, ma d'altra parte per una serie di motivi l'ho apprezzato più di Insurgent; meno di Divergent però.
Come ho detto in un altro post in Insurgent ho imparato a detestare Quattro, cosa che in Allegiant non è cambiata, ma ho visto il suo lato *perfetto* ridimensionato, e questo è stato un bene nei suoi confronti.
Ritengo che il rapporto con Tris abbia avuto una parabola sensatissima e plausibile, con una conclusione perfetta quando lei, all'ennesima prova di mancanza di fiducia da parte sua e all'ennesimo amico che perde (parliamo poi di una persona che le è sempre stata particolarmente vicina, Uriah) gli dice che non lo guarderà più come prima.
È una rottura meritata, siamo stati nei pensieri di Tris e a volte in quelli di Tobias, per quanto intensamente si siano amati non c'è molto da salvare: Tobias continua a sbandierarle che si fida di lei ma non perde molte occasioni per dimostrarle il contrario, Tris non è più la pazza incosciente di Insurgent ma è chiaro come lui tarpi le ali alla sua crescita, e inoltre è palese che ormai si è resa conto anche lei di come lui si sia dimostrato incostante.
A prescindere dall'attrazione, la loro storia è partita in crescendo e poi piano piano si è affievolita, perfettamente, e il successivo esame di coscienza di Tris sul loro amore mi sa tanto di fan service da parte dell'autrice, che ha capito che i lettori non avrebbero concepito né accettato una rottura tra di loro e e quindi ha cercato di dare alla coppia pilastro del libro una nuova linfa.
Il ricongiungimento di Tobias con la madre ha un'espressione che lo descrive perfettamente "pizza e fichi". Dov'è la donna dura, macchiavellica ed ebbra di rivoluzione che abbiamo conosciuto? Dov'è la sua sete di vendetta? Ammirevole che abbia lasciato tutto per il figlio, ma se davvero quella era la sua inclinazione avrebbe dovuto farlo un buon migliaio di pagine prima.
Ora, non ce l'ho così tanto con il povero Quattro, non è che bocci tutti i rapporti che lo vedono coinvolto: ho apprezzato molto quello con Cara e con Christina. Delle amicizie leali e mai forzate, paritarie e senza troppi fronzoli. E peraltro, a proposito di Christina, la sua amicizia con Tris in questo libro dà il suo meglio, e permea di un senso quello che hanno vissuto nei libri precedenti: quella che nel primo era una base accettabile, ma con una dose di superiorità e al tempo stesso di invidia percepibile in Christina,  e poi la rottura e la riappacificazione nel secondo. In Allegiant Christina e Tris non stanno sempre appicciate come in Divergent, eppure il loro rapporto è forte e si sente.
Infine, quello che la mia lettura mi ha lasciato come un grande buco: Peter.
Peter è il personaggio che preferisco, per quanto deprecabile: sì, è uno stronzo, tutti sappiamo le atrocità che ha commesso in Divergent, ma in Insurgent è venuto fuori un altro lato del suo carattere che l'ha reso tridimensionale, e in Allegiant lascia molte domane irrisolte, tra cui la più palese: perché diavolo li ha seguiti fuori dalla città? Nessuno lo obbligava a fare parte degli Alleati. Perché non se ne è andato semplicemente dal dipartimento? Perché, qual'è il vero perché che lo ha spinto a volersi resettare?
Mi incuriosiva la sua passione per le mappe, simpatizzavo per quella strana alleanza che aveva formato con Caleb (quella specie di club di quelli odiati da Tris), e continuavo a chiedermi perché fosse lì con loro.
E me lo liquida così.
Di lui non sono per niente soddisfatta, forse lo metterei allo stesso piano della mammina che si è ricordata all'improvviso di avere un figlio e fa quello che lui le chiede.
Il finale, davvero, a me sta bene come siano andate le cose.
Il personaggio eliminato che rimpiangerò è Uriah, per cui avevo una piccola cotta, ma a prescindere da quello mi sta bene come sia finito il libro.
E in fondo, se qualcuno vuole scrivere una fanfiction, c'è sempre il what if, e si possano inventare milioni di motivi per giustificare Tris in una nuova storia.
Regressione da fan writer a parte in linea generale di questa triologia ho amato l'azione, molto, ma dei personaggi alla fine della fiera qualche remora mi è rimasta.
La trama mi è piaciuta, ed è stato avvincente leggere i seguiti, ma il primo libro non ha eguali tra Insurgent e Allegiant.

venerdì 20 dicembre 2013

Cose che sto leggendo/provando a leggere

Partiamo dall'inizio:
Ho iniziato Hunger Games quante,  tre volte?
Poi quest'estate sono andata oltre a quella narrazione con la prima persona a cui ho faticato tanto ad abituarmi, contro i pregiudizi che avevo e l'ho amato, dalla prima riga del primo libro all'ultima riga del terzo. Come mio solito sono diventata subito una fan scatenata, li ho riletti e amati di nuovo e di più, e inevitabilmente la visione del secondo film, La Ragazza Di Fuoco, mi ha mandato in astinenza.
Così ho pensato che, dato che questa saga mi era piaciuta molto, potevo trovare nell'universo Young Adult degli altri libri che mi piacessero.

Divergent.
Aspetto il terzo libro per sbilanciarmi, in linea di massima mi è piaciucchiato, ma c'è una cosa che proprio non mi va giù, un groppo che nel primo libro era secondario, ma in Insurgent più andavo avanti e più faticavo a tenermi dentro: Quattro è insopportabile.
Seriamente.

Semi Spoiler Alert:



Le dice che la ama e poi la fa sentire in colpa per ogni passo che fa, quando io lettrice riconosco la sua impulsività e il suo  coraggio (anche quando si trasforma in abnegazione) come le doti fondamentali di Tris. Lui invece ha questa superiorità tutta sua, che no, non mi piace niente.


Shadowhunter.

Seriamente?
Conosco per fama (negativa) l'autrice per via di quella fanfiction su Harry Potter che aveva fatto, plagiando a destra e a manca.
Ora, le idee non sono eccezionali ma ci stanno, quello che mi meraviglio è come abbiano fatto a pubblicarla dato che, secondo il mio modesto parere, non sa scrivere.
O meglio, non sa scrivere libri: Shadowhunter è una fanfiction, di sé stessa magari, ma è una bella fanfiction, non ai livelli di un libro.
Il POV che passa a random da un personaggio all'altro, le interazioni che nascono tra i personaggi per niente approfondite, sono ai primi capitoli ma quella che abbiamo davanti ha i requisiti perfetti di una Mary: papà morto, mamma con identità segreta rapita, lei fa parte di una specie di cui ignorava l'esistenza e scopre di farne parte grazie al figo di turno, migliore amico che è cotto di lei.
Scusate lo sfogo, non è da me pontificare, perché io mi accodo all'idea che un libro può essere leggibilissimo anche se non è perfetto, però dico, se persino io faccio fatica a leggere per queste cose cosi stridenti, perché è stato pubblicato?

Sono aperta alle spiegazioni, posso anche cambiare idea, eh!

lunedì 9 settembre 2013

Jay Hahn, una delle storie più belle che io abbia mai letto

Dopo un po' ricomincio con i consigli di lettura, e fidatevi, questa storia non potete proprio perdervela.

Originale, sezione Romantico, autrice Bloomsbury, link alla storia: Jay Hahn 

Capitoli: One Shot.

Presentazione dell'autrice:

Voglio parlarvi di Jay, Jay Hahn.
Jay aveva gli occhi chiari, sembrava avesse rubato il suo colore ad un lago dell’Alaska, e quando lo vidi ne rimasi folgorata.
Era poggiato con i gomiti sul bancone del bar con l’aria imbronciata, con un bicchiere di vodka con ghiaccio in mano ed una sfilza di bracciali ai polsi, una cosa attirò la mia attenzione, oltre la sua abbagliante bellezza: lo sguardo.
Questa piccola OneShot parla dell'incontro di una ragazza ed un ragazzo che, incontrandosi, instaurano un legame speciale in poco tempo. Sarà un breve viaggio nella vita di Jay, fatta di dolori e di abbandoni, dove la protagonista, Beatrix, entrerà nel tentativo di salvarlo da se stesso.


Come la protagonista rimane folgorata da Jay, così il lettore rimane folgorato dalla storia, è matematico.
Certo, c'è da dire che con un protagonista come lui è difficile non rimanere incollati allo schermo, ma è anche l'autrice che lo gestisce molto bene, portandoci a conoscerlo così come lo conoscerà Beatrix.
Il rapporto che instaurerà con Jay non è esattamente un rapporto romantico, eppure vi posso assicurare che è una delle storie d'amore più belle che io abbia letto ultimamente; soddisfatti o rimborsati.
E quando arriverete alla fine sarà difficile trattenere il magone, ripensando agli occhi azzurri di Jay.



lunedì 2 settembre 2013

Autori di Fanfiction vs Le loro storie

Quando parliamo di autori di fanfiction, in teoria, non dovrebbero esserci particolari distinzioni: ci sono i più letti, i più recensiti, quelli che si emozionano se raggiungono la cinquantina di visualizzazioni e via dicendo; ma fondamentalmente dovrebbero essere tutti accomunati da un unico denominatore: la passione per quello che scrivono.
Poi c'è gente che scrive da quindici/vent'anni, e per ovvi motivi non ha l'istinto di rileggersi quello che la sua mente dodicenne ha partorito; ma negli altri casi: vi rileggete?
A distanza di mesi, intendo, non vi viene voglia di rivivere le emozioni che avete provato durante la scrittura?
Di base ci possono essere svariate categorie di bravura, ma penso che come succede a me, noi scriviamo per noi stessi, e credo che non sia un buon sintomo se un autore non si rilegge le sue storie.
Quello che io scrivo a me piace, e ogni tanto sento l'esigenza di rituffarmi nelle mie fanfiction, e lo dico con fierezza: mi fanno ancora sognare.
Questo non vuol dire che siano universalmente belle, stilisticamente ho una valangata di cose da imparare, e poi come è ovvio che sia c'è chi ha un particolare talento e chi no; ma se snobbo una mia stessa storia allora devo iniziare a farmi un paio di domande.
Perché in teoria almeno a me dovrebbe piacere, no?

sabato 24 agosto 2013

La mia visione di Scorpius Malfory

Sono alle prese con una nuova storia, per il momento ancora lontana dalla pubblicazione su Efp (se lo sapessero i lettori di Quel Matto Sono Io, che non aggiorno da giugno, mi bacchetterebbero, ma per quella ci vuole un po' di impegno stilistico), e a pagina venti mi sono accorta che ancora una volta, assolutamente non intenzionalmente, Scorpius prende forma in un determinato modo, che è molto simile a Sono Già Solo e Fumo e Malinconia.
Ora, le storie hanno ambientazioni diverse, e fortunatamente per i miei futuri lettori, Lily (ebbene, il pairing non è diverso, non siamo shippers mica per niente!) diverse.
SGS e FeM fanno parte della stessa serie, la prima è ambientata a Hogwarts con una Lily volutamente altamente problematica e uno Scorpius d'eccezione, penso che caratterialmente sia uno dei personaggi che ho sviluppato meglio: nonostante sia combattuto matura nel corso della storia, la capisce, la sprona a crescere, a fidarsi di lui, capisce quando è il momento di tirarsi indietro e quando quello di farsi avanti. È un ragazzo innamorato, ma ha dentro una gemma di valore che lo rende uno di quei ragazzi che si trovano difficilmente in giro, e che conviene tenerseli ben stretti.
FeM non è che la continuazione anni dopo, Lily è maturata e Scorpius emerge ancora per come è fatto.
Questa intro per spiegare che la situazione era particolare, ma uno Scorpius così, era un caso?
Pensavo di sì.
E invece....
Questa nuova storia avrà interamente il POV di Scorpius, (e credetemi, scrivere con un POV maschile è una figata, provateci) e non era per niente mia intenzione ridargli quella nobiltà d'animo, quella perseveranza. So che non conoscete questa storia e quindi potreste fare fatica a capire, ma il punto è questo: a pagina venti mi sono accorta che c'è qualcosa in lui.
Perché?
Mi sono messa a pensare.
Io amo suo padre, amo il personaggio di Draco per quello che è:
Viziato e spocchioso, poi insicuro, codardo. Lo amo quando "fa i capricci" tanto quanto lo amo quando si schiera dal lato Potter (anche se lui non l'ha certo vista in quell'ottica!).
Ebbene tra il viziato e la sua età adulta sappiamo bene cosa c'è nel mezzo, e sappiamo che per quanto Mangiamorte i suoi motivi erano principalmente legati alla famiglia -> buoni sentimenti insiti in lui.
Sappiamo che la guerra l'ha cambiato -> maturazione.
Sappiamo che per qualche tempo ha pensato di schierarsi contro Voldemort al momento vincente -> una stilla di valore, nascosta nel suo cuore codardo.
E sappiamo che sua madre Narcissa, per dirne una, ha salvato Harry Potter per amore della sua famiglia, anche se per gli stessi motivi era nell'esercito di Voldemort.
Insomma, anche se all'apparenza non sembrerebbe non è una famigliola indifferente. (Su Lucius non mi esprimo solo perché ci vorrebbe un post solo su di lui)
Quindi, come crescerebbe il figlio di Draco?
Secondo me esalterebbe i lati positivi del carattere del padre, grazie specialmente al fatto che sarà amato ma non viziato, e non gli verrà istillato il concetto di superiorità che ha rovinato Draco.
Di Astoria non si sa un bel niente, ma credo che per amare quel Draco ci voglia un coraggio invisibile, coperto dal sorriso pacato. Una donna che sa amare, insomma.
E questo prende Scorpius da lei.
Ecco perché, pare che per me, dovunque parta questo ragazzo, non sarà mai un poco di buono.
Valore, coraggio e amore per me fanno parte di lui.